Si ha una prima menzione della pieve nel 835 in un rogito del 15 giugno esprimente le volontà testamentarie della Regina Cunegonda (nipote di Carlo Magno), in cui nomina Sorbolo ed il parroco del tempo. Originariamente si presentava come pieve romanica a tre navate di cui si conservano resti dell’abside, delle navate e dei muri perimetrali. L’edificio, preceduto da un ampio sagrato, oltre allo spazio destinato al culto presenta tre locali interni destinati rispettivamente a sagrestia, torre campanaria e locale tecnico. Il fronte principale in stile neoclassico, presenta trabeazione e timpano soprastante. L’interno è a tre navate con sei altari laterali. Il campanile, in mattoni faccia a vista, è costituito da due piani, oltre la cella campanaria. Nella metà del XV secolo la chiesa versava in cattive condizioni venendo così restaurata dai Conti Filippo e Gianbattista Garimberti, i quali avevano ottenuto lo “juspatronato” (diritto di nomina del parroco) della parrocchia. Scavi alla pavimentazione nel 1973, hanno portato alla luce il perimetro dell’abside e le basi di 4 colonne romaniche dell’edificio del XII secolo. La zona del presbiterio, ristrutturata nel 1983, ha visto il recupero di una ancona settecentesca in cui è inserito il tabernacolo ed un coro ligneo. All’esterno della sagrestia è possibile osservare una piccola formella murata in marmo risalente al XVII secolo, raffigurante la Madonna, il Bambino ed i SS. Faustino e Giovita, cui la pieve è dedicata, testimoniando così il rapporto con la romanità (figli di una nobile famiglia pagana di Brescia si convertirono al Cristianesimo). 

CATEGORIA
Pievi di pianura
INDIRIZZO
Piazza della Libertà
43058 Sorbolo