Pieve di Fornovo

La Pieve di Fornovo è dedicata alla Madonna Assunta e sorge in prossimità della Via Francigena; è una testimonianza importantissima della prima cristianizzazione dell’Appennino. Secondo una tradizione, l’attuale chiesa sorgerebbe su quello che un tempo fu il tempio romano dedicato al dio Mercurio. Il primo luogo di culto Cristiano fu eretto in epoca longobarda intorno all’anno 854. Una primitiva pieve è databile all’XI secolo: doveva avere tre navate con tre absidi, di cui si hanno cenni nelle colonne interne. Nel XIII secolo venne realizzato l’intervento più importante con la creazione dell’apparato iconografico e la costruzione del nartece. Nel 1578, secondo le nuove regole dettate dal Concilio di Trento, l’ambone fu smembrato, conservando solo alcune sculture, riutilizzate come elementi decorativi nel tempio e nella vicina chiesa di Santa Maria Assunta di Bardone; all’altare dedicato a santa Margherita di Antiochia toccò una sorte peggiore: venne distrutto e alla santa fu intitolato un altro altare all’interno del luogo di culto. Durante la prima metà del 1700 la chiesa subì ulteriori modifiche per meglio adattarla allo stile barocco; le travi in legno vennero sostituite con una serie di volte e vennero aggiunte altre due cappelle laterali. Nel 1800 vennero realizzati altri interventi, come lo spostamento dei rilievi che oggi vediamo in facciata e la chiusura del nartece (portico posto davanti alla chiesa) che divenne l’attuale facciata. La pianta odierna della pieve è costituita da un impianto a tre navate precedute da nartece con ingresso a ovest e presbiterio con l’abside ad est. La facciata è a capanna ed è interamente rivestita in blocchi cubici di pietra, al di sopra dei piedritti sono incastonati due capitelli di stile romanico con rappresentazioni umane e zoomorfe.

Soffermatevi ad osservare i rilievi della facciata e l’archivolto del portale laterale, entrate e guardate la lastra con storie di Santa Margherita sull’altare. Questa lastra faceva parte dell’ambone smembrato; possiamo metterla in relazione con le lastre, appartenenti allo stesso ambone, oggi conservate nella vicina pieve di Bardone, che vi consigliamo di visitare.